Le strutture sanitarie ospedaliere sono obbligate a trasmettere telematicamente i certificati di ricovero ed eventualmente di malattia? Come deve comportarsi il lavoratore in caso di ricovero?
Sì. Anche le strutture sanitarie ospedaliere sono obbligate alla trasmissione telematica della certificazione di ricovero e di malattia. Tuttavia, qualora le stesse ancora siano impossibilitate alla trasmissione telematica, il lavoratore deve farsi rilasciare il certificato cartaceo e trasmetterlo all'INPS con le modalità previste. Deve, inoltre, provvedere a inviare una copia priva di diagnosi al proprio datore di lavoro.
Con il certificato cartaceo si potevano redigere i certificati anche quando il lavoratore guarito e per dimenticanza, veniva a chiedere il certificato il giorno di rientro al lavoro. Ora, qualora si verificasse questa evenienza, il certificato online non viene accettato per incongruenza di date. Come risolvere il problema in questi casi?
Come certificare quei cittadini che, ammalatisi il giorno precedente, richiedono il giorno successivo la certificazione di malattia? Attualmente il sistema non accetta certificati per il giorno precedente quando il paziente sia già rientrato al lavoro. Li accetta, invece, se la certificazione include anche il giorno corrente. In pratica impedisce di giustificare l'assenza per un solo giorno, in caso di richiesta il giorno successivo.
La procedura online, sulla base della normativa e della giurisprudenza vigente in materia, non permette di generare certificati privi degli elementi essenziali previsti all'articolo 8 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 26 marzo 2008.
In primo luogo, il medico, all'atto del rilascio del certificato, attesta in scienza e coscienza l'incapacità all'attività lavorativa del proprio assistito dovuta a infermità direttamente constatata e non la malattia. Si ricorda in proposito che all'articolo 7, decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri del 26 marzo 2008, si intende per “certificato di malattia”: «l'attestazione scritta di un fatto di natura tecnica destinata a provare la verità di fatti direttamente rilevabili dal medico curante nell'esercizio della professione, che attesti l'incapacità temporanea al lavoro, con l'indicazione della diagnosi e della prognosi, di cui all'articolo 2, comma 1, decreto-legge 30 dicembre 1979, n. 663, convertito con modificazioni dalla legge 29 febbraio 1980, n. 33».
In secondo luogo, appare utile ricordare che la giurisprudenza consolidata della Corte di legittimità penale afferma che «risponde di falso ideologico il medico che attesti una malattia senza aver compiuto la visita, anche se di essa non abbia fatto esplicita menzione nel certificato» (Corte di Cassazione V sezione penale 29 gennaio 2008, n. 4451).
Ho trasmesso un certificato online per un paziente, ma ho sbagliato la data di inizio della prognosi. Interpellato, l'INPS mi ha risposto che erano trascorsi due giorni dalla data di fine della prognosi e non era possibile correggere l'errore. Il paziente era andato a lavorare in questi due giorni. Come posso risolvere questo problema?
È bene precisare che la data di inizio della malattia è un dato anamnestico e spesso non coincide con la data di inizio prognosi. Quest'ultima coincide con la data di rilascio del certificato e eventualmente nei soli casi previsti retroagisce al massimo di un giorno (circolare INPS 15 luglio 1996 n. 147).
Un paziente si è presentato al lavoro un giorno prima della scadenza della malattia. È possibile rettificare la prognosi?
L'allegato tecnico al decreto ministeriale del 26 febbraio 2010 prevede, al paragrafo 5.2, che il servizio di rettifica è consentito al solo «fine di anticipare il termine del periodo di prognosi» e che «l'operazione è consentita esclusivamente entro il termine del periodo di prognosi indicato dal certificato».
Per quali categorie di lavoratori non è richiesto l'invio telematico dei certificati di malattia?
A seguito del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179 convertito con modificazioni nella legge 17 dicembre 2012, n. 221 è stato introdotto l'obbligo della certificazione telematica di malattia anche per i dipendenti del settore pubblico precedentemente esonerati con la sola esclusione del personale delle Forze armate, dei corpi armati dello Stato e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco.
Leggi tutto: Certificato di Malattia - FAQ
"Caro Ministro Giulia Grillo (Salute), cara collega,
come le è noto i giovani medici e, in particolare, i medici specializzandi versano troppo spesso in condizioni di precarietà ad oggi insostenibili, in cui oltre ad una forte disomogeneità nella formazione e nelle competenze ottenute alla fine del percorso di specializzazione, anche l'onere lavorativo professionalizzante è troppo spesso utilizzato per sopperire a carenze di organico nei policlinici universitari, cosa che si vorrebbe attuare anche per sopperire alle carenze del territorio.
Ribadendo la nostra contrarietà a rendere gli specializzandi dei medici a basso costo che possano coprire deficit di risorse professionali ed economiche, un altro elemento da prendere in considerazione per il miglioramento complessivo del contratto di formazione medico specialistica potrebbe essere quello di rivedere l'ambito delle compatibilità lavorative (ART. 5 del contratto di formazione specialistica, regolato dagli ARTT. 37 del D.Lgs. n. 368/1999 e successive modifiche).
Attualmente uno specializzando non può fare attività libero professionale al di fuori degli orari di Scuola e nei giorni di non frequenza della stessa. Al di là del fatto che ci risulta incomprensibile questa discrepanza in un mercato libero e aperto, si vuole ricordare che, a fronte di un contratto in media di 1650 euro/mese, le tasse universitarie ammontano a 2-3mila euro l'anno nelle università pubbliche e 3mila nelle private, portando così il salario percepito medio a circa 1500 euro/mese. Questo in un contesto di vita autonoma a distanza da casa (concorso nazionale) e con una pratica clinica che spessa vicaria colleghi strutturati ben più pagati. Non chiediamo di gravare sullo Stato con ulteriori contributi economici, nonostante siamo tra i medici in formazione specialistica meno rispetto ai nostri omologhi in tutta Europa.
Chiediamo di poter produrre reddito come membri attivi della società con il nostro lavoro.
Chiediamo, in sostanza, che sia consentita la libera professione al di fuori degli orari di Scuola.
Con i più cari auguri di un fruttuoso lavoro di riforme,
le porgiamo i più distinti saluti.
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Open Day Dermatologia - Ospedale di Caserta
21 luglio 2018